News — 26 marzo 2015 16:45

BELLE AND SEBASTIAN headliner di SPILLA 2015

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Spilla‘, il festival che quest’anno giunge alla sua IX edizione, ritorna il 10, 11 e 12 Luglio
nella città di Ancona con una programmazione senza eguali.
Il festival sceglie per cornice la splendida città dorica. Affacciata sull’Adriatico,
Ancona è uno dei gioielli del centro Italia, città d’arte ricca di monumenti, con oltre duemila anni di storia,
con i suoi caratteristici vicoli del centro e i monumenti che si affacciano sul porto come palchi di un teatro.
Come di consueto le location più suggestive e gli angoli più
caratteristici della città dorica ospiteranno artisti di fama internazionale.
Tra i grandi artisti che hanno calcato il palco di Spilla, dal 2007 ad oggi, vi sono: Richard Ashcroft,
Local Natives, Anna Calvi, Mumford and Sons, Johnny Marr, Passenger, nella scorsa edizione, e tanti altri.
Non una rassegna di concerti, ma un vero e proprio festival: 3 giorni di grande musica, aperitivi al tramonto, e dj set.
Il Main Stage di Spilla è uno dei gioielli della città: la Mole Vanvitelliana, ex Lazzaretto,
realizzata dal Vanvitelli nel ‘700.

Comcerto è lieta di presentare l’headliner di “Spilla” 2015:

 

BIGLIETTI DISPONIBILI IN ESCLUSIVA SABATO 28 MARZO DALLE ORE 10.00
per tutti gli iscritti alla COMCERTO FAMILY (www.comcerto.it/comcerto-family)

DOMENICA 12 LUGLIO
ANCONA – SPILLA

Corte Mole Vanvitelliana
Banchina Giovanni da Chio, 28 60121 Ancona
Biglietto: 30 euro + d.p.
Prevendite attive da Lunedì 30 Marzo alle ore 10 su www.ticketone.it, www.vivaticket.it,
www.bookingshow.it e prevendite abituali

RADIO UFFICIALE DI SPILLA 2015

A cinque anni di distanza dall’acclamato Write About Love del 2010,
i Belle and Sebastian ritornano con un il loro IX lavoro in studio,
Girls In Peacetime Want To Dance.
Quando si parla di Belle and Sebastian, nella mente esplodono le note morbide e rassicuranti di
Get me away from here I’m dying, oppure l’irresistibile e travolgente Dirty dream number two.
E poi ancora: Seymour Stein struggente ballata, Fox in the snow una novella perfetta stesa su un tappeto di note.
Belle and Sebastian sono baroque pop e molto di più: uno storytelling-folk mescolato con ampie
dosi di northern soul, genere musicale di cui la band è genuina estimatrice.
Non mancano piccoli esperimenti che si cibano di elettronica-dance e che trovano il loro giusto
collocamento e compimento nell’ultimo spettacolare album,  Girls in peacetime want to dance,
piena dimostrazione di quanto il gruppo sia maturato, pur rimanendo fedele al proprio stile.
I Belle & Sebastian di oggi sono un sogno multicolor immerso nel dancefloor di uno Studio54 del nuovo millennio.

Parte del fascino di una band come Belle and Sebastian risiede nella loro apparente noncuranza del successo ottenuto: la band da come l’impressione di essere completamente all’oscuro della propria fama. Nati negli anni novanta, hanno sempre dimostrato una certa ritrosia verso la stampa e la camera; sembravano avere un segreto, qualcosa che si erano costruiti intorno a libri e film, ma che erano felici di condividere con i loro fan.
Ma se lavorate con Trevor Horn, Carey Mulligan e Norah Jones, probabilmente non siete più un gruppo che si accontenta di nascondersi nell’ombra. E se si scrive la colonna sonora di The Power Of Nightmares di Adam Curtis, di Storytelling di Todd Solondz, o di Juno, allora alla band spetterà decisamente un aggettivo diverso da “timida” o “fragile”.
Belle & Sebastian hanno sempre capito bene l’arte della struttura della canzone. Scrivono melodie precise ed elegantemente costruite. I testi di Stuart Murdoch trattano di sogni suburbani e ansie, speranze e tragedie reali che si svolgono in uffici, negozi, biblioteche. Il risultato è giocoso e melodico.
Con Girls In Peacetime Want To Dance la band continua a rinnovarsi. Ma facciamo un rapido viaggio in questi 19 anni di carriera.
I Belle and Sebastian si formano a Glasgow nel gennaio del 1996 per iniziativa di Stuart Murdoch. Il loro disco d’esordio, Tigermilk, ideato principalmente dalla “mente creativa” di Stuart Murdoch, viene pubblicato nel 1996, e, sempre nello stesso anno, dopo aver firmato con la Jeepster Records, esce anche If You’re Feeling Sinister.
Il terzo album della band, realizzato dall’americana Matador Records, viene pubblicato nel 1998 con il titolo The Boy with the Arab Strap. Il disco entra immediatamente nella classifica dei 20 album più venduti nel Regno Unito e fa aggiudicare alla band il titolo di “Best Newcomer” (migliore novità) ai British Award del 1999.
Dopo circa un anno e mezzo, è la volta di Fold Your Hands Child, You Walk Like a Peasant che raggiunge la top 10 delle classifiche.
Nella seconda metà del 2003 la band pubblica Dear Catastrophe Waitress, prodotto da Trevor Horn. Si tratta di un disco dai contorni più mainstream. Il disco sarà un successo negli Stati Uniti e in Inghilterra, grazie anche ai singoli Step Into My Office, Baby e I’m a Cuckoo.
Nel gennaio del 2005 i Belle and Sebastian  vengono eletti miglior band scozzese superando Simple Minds, Travis, Franz Ferdinand e tanti altri.
Al decimo anno di carriera, il gruppo decide di trasferirsi a Los Angeles dove inizia le registrazioni del successivo album in studio. Nel febbraio 2006 viene pubblicano The Life Pursuit, che raggiunge subito la posizione numero 8 nelle classifiche inglesi.
A quattro anni di distanza da The Life Pursuit, nell’ottobre 2010 la band realizza l’ottavo album in studio. Si tratta di Write About Love che è stato realizzato, come il precedente, da Tony Hoffer a Los Angeles. Il disco contiene due importanti duetti: uno con l’attrice Carey Mulligan (in God Help the Girl) e l’altro con Norah Jones (in Little Lou, Ugly Jack, Prophet John). Il disco si piazza nella Top 10 della UK Chart e al #15 della US Billboard Chart.
Ed ora la volta di Girls in Peacetime Want to Dance: nono album in studio della band, è stato registrato ad Atlanta e pubblicato il 20 gennaio scorso. Come era stato per The Life Pursuit, gli scozzesi Belle and Sebastian puntano ancora una volta sull’effetto sorpresa. Il nuovo album, a partire dal singolo The Party Line, passando per Enter Sylvia Plath e dai frammenti elettro-esotici di Perfect Couples, ci riconsegna una band che a dispetto della sua longevità mostra nuova linfa vitale.
L’album si apre con Nobody’s Empire, di cui Stuart dice “è in assoluto la [canzone] più personale che abbia mai scritto.” Questa è sicuramente una delle sue canzoni più epiche, musicalmente ed emotivamente. L’album è stato prodotto e mixato da Ben H.Allen III
(Gnarls Barkley, Animal Collective, Raury)  agli Maze Studios di Atlanta.
Un ulteriore mixaggio è stato fatto dal collaboratore di lunga data Tony Doogan a Glasgow e l’album è stato masterizzato da Frank Arkwright agli Abbey Road Studios.
“Be popular – play pop, and you will win my love” recita l’ultimo verso di The Everlasting Muse, ed è il cuore di un album che parla dell’amore, l’amore per la musica, e il potere del pop.

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