— 1 marzo 2016 18:17

FLOATING POINTS

La musica dell’artista scienziato di Manchester, oggi trentenne, rappresenta una delle proposte più interessanti della scena elettronica contemporanea, un ricco impasto di house, jazz, classica, soul, persino progressive” – La Repubblica

Sam Sheperd è Floating Points,  un nome insolito (numeri in virgola mobile, cioè “il metodo di rappresentazione approssimata dei numeri reali e di elaborazione dei dati usati nei processori”) che ben rappresenta l’anima del dj, producer e neuroscienziato di Manchester.
Elaenia, pubblicato lo scorso 6 Novembre e celebrato da tutta la critica specializzata e non come una delle migliori uscite del 2015, è il suo album d’esordio.
Il lavoro è il frutto di anni di ricerca, affidata fino ad oggi a singoli, Ep o ai suoi dj set nei più importanti club europei come il Plastic Poeple di Londra. Un album incredibile che trae ispirazione dalla musica classica, jazz, elettronica, soul e popolare brasiliana: Elaenia è l’epìtome della lungimirante visione di Floating Points nel 2015. Il tutto unito ad una tecnica strumentistica di assoluta eccellenza: ogni suono è meticolosamente eseguito, ottimizzato e messo a punto alla perfezione.

È stato l’arrivo di un Master Recorder Studer A80 a far nascere in Sam Shepherd – altrimenti conosciuto come Floating Points – l’amore per la musica e che lo ha portato alla creazione del suo album di debutto, Elaenia (pubblicato lo scorso 6 Novembre tramite Pluto in Regno Unito e Luaka Bop  negli Stati Uniti).
Incline alla musica sin da giovane, Shepherd inizia a prendere lezioni di piano a 8 anni, entra presto nel coro della Cattedrale di Manchester e studia composizione alla Cheethams School of Music. È in questi ambienti che Shepherd affina la propria tecnica e sviluppa il suo amore per la musica elettronica e jazz.
Cresciuto a Manchester, Shepherd aveva trasformato la casa dei suoi genitori in un grande studio di registrazione, con una batteria in salotto, un violoncello in cucina e tanti altri strumenti sparsi per tutta la casa. Quando si trasferisce a Londra per frequentare l’università, perde un po’ della sua libertà creativa ma non vuole che questi limiti impoveriscano il suo lavoro e lo portino a creare musica elettronica idiosincratica sul suo computer.
Sono questi “divieti” (e una mancanza di spazio per la sua sempre crescente collezione di attrezzature) che lo portano a trasferirsi in uno studio di registrazione di Londra. Il maggiore spazio a disposizione permette alla sua musica di raggiungere livelli sempre più alti e di iniziare il suo lavoro con i Floating Points Ensemble aprendo la strada per le cose a venire.
La sua collezione di strumenti e apparecchiature continua a crescere, e la gamma di strumenti presenti in Elaenia è stupefacente: Shepherd si destreggia tra Oberheim OB8, Arp Odyssey, pianoforte, Fender Rhodes, vibrafono, marimba, Rhodes Chroma, Buchla 101, e una serie di sintetizzatori modulari.
Per l’album recluta anche alcuni amici e colleghi: Tom Skinner e Leo Taylor alla batteria, Susumu Mukai al basso, Qian Wu e Edward Benton ai violini, Matthew Kettle alla viola, Joe Zeitlin al violoncello e Rahel Debebe-Dessalegne e Layla Rutherford a fargli compagnia alla voce. Ogni momento in Elaenia è meticolosamente eseguito – ogni suono finemente ottimizzato e messo a punto alla perfezione.
Negli ultimi dieci anni, ogni progetto e attività è stato convogliato in Elaenia – un album con radici profonde in tutto il suo percorso formativo.
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