— 29 novembre 2012 18:01

NOAH AND THE WHALE

E’ nel Gennaio del 2010 che Charlie Fink ha pensato di mettere mano al terzo album dei Noah and the Whale. Rintanato in una sinagoga nell’East London, ha iniziato a lavorare su alcuni frammenti e sketch, dando vita ad una canzone di dieci minuti che riecheggiava Street Hassle, e su alcuni testi scritti durante un viaggio in treno dal Galles a Londra proprio il primo giorno dell’anno. Ma fin da subito c’era qualcosa, anche se ancora prematuro, che sembrava insinuare un’inizio davvero speciale, qualcosa marcatamente differente dalle loro canzoni scritte prima.

E’ stato piacevole seguire la continua crescita dei Noah and the Whale – dal loro esplosivo e gioioso debutto, Peaceful, the World Lays Me Down, fino al più malinconico The First Days of Spring, ed ora è la volta di Last Night on Earth.

Mentre The First Days of Spring era più contenuto e introspettivo, Last Night on Earth possiede qualcosa di curioso e vivace, di romantico ed  irrequieto; ed alcune canzoni confermano Fink, non solo uno dei migliori compositori della sua generazione, ma anche un eccellente cantastorie. Ci sono storie di giovinezza e vecchiaia, ottimismo e non, oltre che di insuccesi e glorie.

“And it feels like his new life can start,” citando No Distance Is Too Far, “And it feels like heaven.”

La trama di questi forti racconti prende ispirazione in parte dall’album Berlin di Lou Reed del 1973 ed in parte da Bone Machine di Tom Waits del 1992. “Just people songs,” come dice Fink. “These are simple stories, so you could tell them in hundreds of different ways, and the way you tell them, that’s sort of the music.”

Il modo in cui racconta queste storie non ha limiti, è senza tempo -  in particolare in  L.I.F.E.G.O.E.S.O.N  e Tonight’s The Kind Of Night; mentre le altre sono rintocchi di irrefrenabile pop come ad esempio Life Is Life, o Just Me Before We Met. Mentre nell’ultima traccia Old Joy, si percepisce un senso di nostalgia. A livello narrativo, le canzoni oscillano tra la nostalgia ed energia  vitale, sono cariche di emozioni e in movimento, alla ricerca dell’avventura e dell’ignoto.

Ora, i Noah and the Whale sono molto più maturi, tra i leader della stessa scena British folk-rock che ha sfornato artisti come Laura Marling, Mumford & Sons, e Emmy the Great, con questo album sembrano aver raggiunto un gradino più alto rispetto ai loro colleghi. Le canzoni possiedono  maturità e saggezza.

Co-prodotto da Fink e Jason Lader [Julian Casablancas, The Mars Volta] a Los Angeles, Last Night on Earth vede la partecipazione vocale di Jen Turner dei Here We Go Magic e delle leggendarie Waters Sisters, che collaborarono con Michael Jackson per Wanna Be Starting Something. Inoltre, l’album vede la partecipazione di Adam MacDougall dei The Black Crowes al Moog e al Rhodes, e del leggendario percussionista Lenny Castro.

C’è un forte elemento cinematografico in Last Night on Earth – dall’aria volutamente Twin Peaks di  Wild Thing al ricco cast dell’album. In parte questo è dovuto all’esperienza di Fink alla regia del cortometraggio che ha accompagnato  The First Days of Spring. “Filmare è un processo di scrittura così diverso, si iinfiltra nel modo in cui io scrivo le canzoni,” spiega. “La maggior parte delle canzoni le ho immaginate come scene da film – Tonight’s the Kind of Night I l’ho immaginata come se questo ragazzo stesse fuggendo da casa, correndo dietro un autobus…”.

È anche un disco pieno di poesia: l’anno scorso, Fink lesse l’opera di Frank O’Hara per la prima volta, e si innamorò di questa poesia  Having A Coke With You. “Volevo che in Just Me Before We Met se ne sentisse l’influenza o il ritmo. Giusto l’idea.  Having A Coke With You penso sia una poesia estremamente romantica, ed è la sola canzone verosimilmente romantica dell’album”.

Anche il titolo dell’album allude alla collezione di poesie di Charles Bukowski The Last Night of the Earth – Fink dice che era attratto dal senso di “orgoglio del perdente” nell’opera di Bukowski. “Nella mia testa,” dice, “c’è una connessione tra l’album Berlin di Lou Reed e la poesia di Bukowski.” La canzone Life Is Life, è un altro riferimento a Bukowski, il titolo rende omaggio al suo poema The Laughing Heart – una poesia i cui versi finali sembrano riassumere perfettamente l’intero album: “Your life is your life. Know it while you have it. You are marvellous. The Gods wait to delight in you.”

www.noahandthewhale.com

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