— 30 novembre 2012 17:43

TIM ROBBINS & THE ROGUES GALLERY BAND

Tim Robbins è attore, (Un gioco a tre mani, I protagonisti, Le Ali della libertà, Mystic River), regista (Condannato a morte, Il prezzo della Libertà, Bob Roberts), filantropo e attivista politico (è stata una delle più forti voci di opposizione alla guerra in Iraq), ma c’è un lato di Tim Robbins che raramente è stato visto finora. Con la realizzazione del suo bizzarro e piacevole album di debutto ‘Tim Robbins & The Rogues Gallery Band’, si rivela come il cantautore nella tradizione della narrativa americana. Prodotto da Hal Willner, genio anticonformista, Robbins debutta musicalmente anche se in ritardo, mettendo insieme tutti i fili della sua vita creativa. Sebbene passi attraverso I mass media recitando, scrivendo, facendo il regista o cantando una canzone, lui si è sempre autodefinito un cantastorie.

“Non voglio usare la mia fama per diventare all’improvviso una rock star. Sarebbe falso. Secondo me la migliore musica viene da un paesaggio naturale, o da quello di un poeta, da una persona che ha bisogno di raccontare una storia”.
La musica è per Robbins sangue vitale. La foto del retro dell’album mostra Robbins a 8 anni con la chitarra in mano nella cucina del famoso Gaslighk Folk Club di New York degli anni ’60 dove andava regolarmente a vedere suo padre suonare.
“I miei genitori si sono conosciuti nella banda musicale UCLA”, racconta Robbins, “mia mamma suonava il flauto e mio padre era primo batterista, stava diventando un musicista professionista”. Gilbert Robbins era membro di una folk band The Highwaymen e nei primi anni ’60 ebbero grande influenza sulla scena folk americana.
“Il primo desiderio di esibirmi venne guardando mio padre sul palco. Il pubblico era incoraggiato a cantare e a prendere parte allo show. Quella è una relazione che ho cercato per tutta la mia vita, quell’alchimia tra performer e pubblico.
I suoi gusti musicali passavano dal folk al cantautorato “Springsteen, Dylan, Tom Waits, Leonard Cohen, Steve Earle, Johnny Cash”.
Robbins ha composto la sua prima canzone a 24 anni “Dreams” e essa appare, volubile e dolce, nel suo album di debutto 27 anni più tardi.
Da ragazzo Robbins iniziò a seguire la scena punk con band come The Clash, X, Fear and Black Flag, ma contemporaneamente è entrato nel mondo del cinema. “Sarebbe stato stupido non proseguire la strada di attore essendosi presentata la possibilità di farlo, e così ho ingoiato il mio orgoglio punk rock”. Durante tutti i successi nella sua carriera d’attore, Robbins si è sempre portato dietro una chitarra. “Puoi tornare a casa alle 2 del mattino dopo una notte trascorsa fuori o a recitare e scrivere una canzone, molte di queste tracce nascono da un’esperienza che ho avuto, da una persona che ho incontrato, da cose che ho vissuto fuori”. “Posso trovarmi in una camera di un hotel, ovunque io sia cerco di uscire, portando la chitarra con me per trovare dei luoghi dove poter suonare”.
Per Robbins recitare e suonare sono due lati della stessa moneta; ha infatti contribuito a scrivere la sua stessa canzone satirica nel film Bob Roberts nel 1992. “Ho sempre ammirato cantanti che realmente trasmettono emozioni, come se stessero cantando per la prima volta”.
La genesi dell’album coincide con un periodo buio della vita di Robbins, quando perse i finanziamenti per un film che stava girando. In quel periodo Robbins ricevette forti incoraggiamenti da Hal Willner, il brillante produttore americano noto per il suoi eclettici album tributo e per i suoi concerti. Willner invitò Robbins ad unirsi al suo complesso Rogues Gallery per il tour promozionale del loro album ‘Pirate Ballads, Sea Songs and Chanteys’. Insieme registrarono l’album di debutto di Tim nei due giorni di pausa durante il tour.
“E’ davvero incredibile vedere qualcuno registrare il suo primo album a 50 anni” ha dichiarato Willner.“State assistendo alla nascita di un meraviglioso cantautore, un vero canta storie”.
Le canzoni di Robbins coprono una vasta serie di soggetti ed emozioni con una vera verve narrativa e una forte profondità musicale: ci sono canzoni d’amore (‘You’re My Dare’), canzoni di crisi (‘Toledo Girl’), spiritualità (‘Book Of Josie’), pericolo (‘Crush On You’) e lotte sociali (‘Lightning Calls’ un elogio a Nelson Mandela). C’è bellezza, paura, rimorso e rabbia.
“Vorrei suonare queste canzoni in piccoli club, e per fare questo ho bisogno solo di una chitarra. Alla fine della giornata mi capita di aver pensato – se hai 51 anni e vuoi raccontare una storia perchè non devi aver la possibilità di farlo? – Per questo ho scelto di registrare queste canzoni e parlare di quello che desidero”.
Attore, scrittore, regista, cantautore, Tim Robbins è un cantastorie dei nostri tempi con molte sfaccettature e la musica è una delle nuove strade che ha iniziato brillantemente a percorrere.

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